Dal 2 novembre al 14 dicembre nelle sale dello Spazio CEDAP, le due nuove mostre che concludono la stagione 2023 del Museo di arte ambientale Organica: per la sezione di arte contemporanea, l’appuntamento è con Container,il nuovo progetto installativo dell’artista Pietruccia Bassu a cura di Valerio Dehò, mentre la sezione di fotografia ospita la mostra Antonello Menicucci e l’architettura organica, retrospettiva dedicata all’architetto Menicucci, autore del progetto dello Spazio CEDAP, che oggi ospita il Museo Organica.
La mostra retrospettiva Antonello Menicucci e l’architettura organica a cura del critico d’arte Giannella Demuro e dell’architetto Simone Vacca D’Avino con il supporto di Marcella Loy e Carlo Menicucci Loy ripercorre la carriera e la poetica di Antonello Menicucci insieme alla storia del CEDAP, struttura nata nel 2014 grazie a un progetto di riqualificazione dell’area dell’architetto tempiese.
Il lavoro di Menicucci si è sempre contraddistinto per una notevole versatilità di interessi, legata alla curiosità per il mondo circostante unita a una cura quasi maniacale in fase di progettazione. Tornato a Tempio Pausania dopo gli studi di Architettura a Roma e Firenze, Menicucci esordisce nei primi anni ’80.
Una costante della sua attività, sia nel settore pubblico sia in quello privato, è l’attenzione prestata all’ambiente, nella doppia accezione di ambiente naturale e di ambiente antropizzato, che lo ha spinto a occuparsi di territorio con progetti di riqualificazione urbanistica di alcune città sarde, di recupero urbano di centri storici, siti archeologici o paesaggistici.
L’approfondimento, nella sua ricerca personale, di temi legati alla maggiore conoscenza delle problematiche ambientali, l’impatto che tutto ciò comporta con la qualità della vita, ha sensibilmente influenzato i lavori più recenti. Nelle sue scelte progettuali tutto ciò si concretizza innanzi tutto nel rispetto del contesto, storico o naturale, in cui inserire le strutture, nella profonda convinzione che ogni nuovo segno portato dall’uomo debba inserirsi in questo contesto in modo armonico, rispettandone lo spirito, utilizzando materiali e tipologie che, pur nella naturale evoluzione che ogni cosa subisce, trovino un equilibrio tra quello che la tradizione e le moderne tecnologie forniscono di valido, sul piano estetico, simbolico o tecnico. In questo senso, è nato il progetto del CEDAP, struttura ideata per riconvertire un’area precedentemente dedicata al ripopolamento della trota sarda in uno spazio dedicato all’ambiente e al paesaggio. L’edificio, che oggi ospita il Museo Organica, è progettato secondo i principi dell’architettura organica ed è integrato in maniera armonica con la natura del bosco. Questo grazie anche alla scelta di utilizzare il granito, prezioso materiale del territorio, e di alcuni elementi stilistici che rimandano alle forme naturali presenti nel bosco di Curadureddu. L’uso di materiali naturali, come la pietra e il legno, di questi segni poetici inseriti in contesti naturali o all’interno delle strutture, contribuisce a creare un legame sottile fra passato e presente, esprimendo in forme attuali e contemporanee uno spirito ancestrale.